Boicottiamo il 25 aprile

Boicottiamo il 25 aprile

Il 25 aprile il Popolo Siciliano ha poco,
anzi niente, da festeggiare.

Ci siamo, è già iniziato, anche in Sicilia, il rito della ricorrenza del 25 aprile, dei festeggiamenti per la liberazione dal fascismo e dal nazismo, del ricordo della resistenza partigiana. Anche in Sicilia, manifestazione, convegni e volantini all’insegna della ritrovata libertà dopo il ventennio nero, la fame e la guerra.

Ma quale 25 aprile si ricorda e si festeggia in Sicilia? Quando nel Nord Italia dominava la guerra civile, detta “Resistenza”, qui, il Popolo di Sicilia, almeno da un anno, era impegnato in ben altra tipologia di resistenza: la Resistenza Siciliana.

Cancellata dalla memoria dei Siciliani e dai libri di storia dell’italica scuola imposti ai nostri figli, la Resistenza Siciliana fu combattuta contro l’Italia badogliana e togliattiana che chiedeva ai giovani dell’Isola di versare altro sangue per “la Patria”, ma ora contro i nazifascisti.

I giovani Siciliani contro questa prospettiva insorsero, con le armi, occupando municipi, proclamando intere zone della Sicilia (vedi Comiso) territori liberi. Tutta l’Isola fu scossa dalla rivolta popolare contro la fame e in alcuni episodi, come a Palermo, il regio esercito della ritrovata Italia “democratica” ha represso con vere e proprie stragi queste rivolte siciliane. Altro che “O bella ciao!”.

In questo contesto si sviluppò un forte movimento di massa indipendentista, il MIS (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia), e un piccolo esercito guerrigliero, l’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia), artefici di una decisa lotta contro lo Stato colonialista italiano, lotta culminata con la concessione della Statuto Speciale di Autonomia.

Quale “liberazione” devono ricordare e festeggiare i Siciliani che, dal 1943 al 25 aprile 1945 e oltre, sono stati riempiti di piombo dalla “nuova” Italia antifascista? La verità, anche se non fa tanto piacere, è che anche il 25 aprile è stato imposto ai Siciliani.

Mentre le brigate partigiane sfilavano festose e vittoriose a Milano e a Torino, in Sicilia la mafia, sulla pelle dei Siciliani, collaborava con il “nuovo” apparato politico, lo stesso che gestirà l’affare bandito Giuliano, la strage di Portella delle Ginestre, l’assassinio della stessa Autonomia Siciliana. (Orazio Vasta)

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p style=”text-align: center;”>[Pubblicato sul Giornale di Sicilia 24 aprile 2007 e su L’Ora Siciliana cartaceo Giugno 2007]

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p style=”text-align: center;”>Pubblicato su L’Ora Siciliana n. 2 (Maggio 2015) Scarica il pdf

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