Concetto Gallo, detto U Liuni di Santu Mauru

Concetto Gallo, detto U Liuni di Santu Mauru

Concetto Gallo, per il suo coraggio,
fu soprannominato affettuosamente
“U liuni di Santu Mauru”

di Giuseppe Scianò ©
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Concetto Gallo fu uno dei leader più popolari del Separatismo Siciliano, soprattutto negli anni più “caldi”, che furono quelli che andavano dal 1943 al 1946. Dedicando la propria vita alla causa indipendentista, aveva lasciato alle sue spalle una vita ricca di successi sportivi e di importantissime relazioni sociali. Come indipendentista, fece una buona esperienza di dirigente della Lega Giovanile Separatista.

Tra l’altro, fu anche l’animatore di molte delle audaci manifestazioni di piazza, non autorizzate (anzi vietate) con le quali i Siciliani chiedevano di poter accedere a una consultazione referendaria sull’Indipendenza della Sicilia, in nome dei principi dichiarati dalla Società delle Nazioni.

Dopo l’eccidio di Randazzo, Concetto Gallo ebbe il delicatissimo incarico d’assumere il comando dell’EVIS. Egli in questa occasione volle che fossero i guerriglieri stessi a eleggerlo. Cosa, questa, che avvenne puntualmente e in un clima di grande entusiasmo. [Clicca qui per sapere di più su ciò che successe a Randazzo il 17 giugno 1945 dove a un posto di blocco dei carabinieri vennero uccisi Antonio Canepa, comandante dell’EVIS “Esercito Volontario per la Indipendenza della Sicilia”, e due suoi giovani collaboratori, pure militanti, Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice].

In memoria di Antonio Canepa, che aveva adoperato lo pseudonimo di “Primo Turri”, Gallo scelse il nome di battaglia di “Secondo Turri”. Era il primo luglio 1945. Concetto Gallo aveva l’età di 32 anni, essendo nato nel 1913.

Con Concetto Gallo l’EVIS diventò operativo e ingaggiò diversi combattimenti con le Forze Armate Italiane che, in quel periodo, appoggiavano le Forze di Polizia e i Carabinieri nell’opera di una drastica repressione delle proteste popolari, delle forze guerrigliere e dei loro sostenitori e nei confronti del movimento indipendentista guidato innanzi tutto da Andrea Finocchiaro Aprile, ma anche da Antonino Varvaro, da Attilio Castrogiovanni e da altri personaggi di grande statura morale e politica.

In quel periodo, lo ripetiamo, il Popolo Siciliano, compatto, chiedeva a gran voce l’indipendenza e la libertà. Chiedeva la ricostruzione e la ripresa economica e produttiva della Sicilia. Chiedeva un avvenire migliore per la Sicilia che dal 1860 era stata sostanzialmente una “colonia interna” al Regno d’Italia. Aveva riacquistato la consapevolezza di sé e dei propri diritti.

La scelta della lotta armata per gli Indipendentisti fu necessaria proprio per difendere i diritti fondamentali del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana, compreso il diritto di parlare, di protestare e di difendere la propria dignità. La strage avvenuta a Palermo in via Maqueda con 24 vittime innocenti e con più di cento feriti (provocata dai soldati dell’Esercito italiano della Divisione Sabauda con funzioni d’ordine pubblico e con armamento da guerra) doveva pure avere insegnato qualcosa.

Concetto Gallo Evis

La battaglia per la quale Concetto Gallo entrò nel mito fu quella ingaggiata sulle alture della contrada Santo Mauro, nei pressi di Caltagirone, quando contro il campo dell’EVIS furono mobilitati circa tremila soldati dotati anche di armi pesanti. Con “Secondo Turri” in quel momento vi erano soltanto una cinquantina di combattenti dell’EVIS.

Dopo avere opposto per alcune ore una eroica resistenza e avere tenuto a debita distanza i militari italiani, Concetto Gallo capì che la disparità di mezzi, l’uso dei cannoni e delle mitragliatrici e la schiacciante superiorità di uomini delle truppe che erano agli ordini del generale Fiumara avrebbero avuto comunque la meglio. Decise quindi di tentare di salvare i suoi giovani guerriglieri, aprendo loro una via di fuga, e di sacrificarsi per tutti soltanto lui che peraltro aveva la capacità di tenere impegnato il nemico finché avesse avuto vita, dando il tempo ai suoi di defilarsi a poco a poco.

Concetto Gallo nel 1946 fu eletto deputato alla Costituente
e nel 1947 deputato regionale.

Al suo fianco però restarono due guerriglieri che gli avevano disubbidito e che vollero condividerne come sempre le sorti. Il piano riuscì al meglio. Anche se vi furono morti e feriti da entrambe le parti, anche se Concetto Gallo fu catturato e anche se il campo di Santo Mauro fu smantellato, resta il fatto che moralmente e politicamente i giovani dell’EVIS furono considerati i vincitori di quella battaglia. Tanto più che quegli stessi giovani avrebbero continuato a lottare per l’Indipendenza della Sicilia.

In quella circostanza morì, a seguito delle ferite riportate, e per le difficoltà di trovare adeguate cure mediche, il giovane guerrigliero palermitano Raffaele Di Liberto. Concetto Gallo e i suoi ultimi due compagni d’armi, feriti, furono catturati e imprigionati. Per ragioni di spazio, di Concetto Gallo non possiamo ora dire tutto ciò che si dovrebbe dire e che il nostro eroe merita. Ricordiamo però che fu soprannominato affettuosamente “U liuni di Santu Mauru” per il suo valore, per il suo coraggio e per la sua tanta generosità.

Il 15 maggio 1946, con decreto legislativo sottoscritto dal Re d’Italia Umberto II e da tutti i componenti del governo italiano e dai presidenti (solo di nome) della Camera dei Deputati e del Senato, fu promulgato lo Statuto Speciale di Autonomia per la Regione Siciliana. Era il frutto di un “pactum” che avrebbe portato anche all’interruzione della lotta armata e l’amnistia. Addio alle armi, dunque!

In seguito, Concetto Gallo fu eletto deputato alla Costituente il 2 giugno 1946. E così poté uscire dal carcere in cui era stato rinchiuso per la sua “ribellione armata”. Fu anche eletto deputato regionale, nell’aprile 1947, in occasione della prima consultazione elettorale per l’elezione dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Il tradimento da parte dello Stato, dei Governi e dei partiti del “pactum” (che era stato alla base dell’addio alle armi da parte dell’EVIS), lo svuotamento dell’Autonomia, il decadimento morale e la pochezza di contenuti della vita politica (ormai ostaggio dei partiti italiani unitari e anti autonomisti), l’ascarismo dominante soprattutto nelle istituzioni, delusero profondamente Concetto Gallo. Il crollo elettorale e organizzativo del Movimento Indipendentista gli diedero infine il colpo di grazia.

Leggi anche Concetto Gallo ostacolato nel 1947 a Enna dalla Dc

 

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