Quando il Nord non è il Sud

Quando il Nord non è il Sud

Le ferrovie in Sicilia
specchio di un degrado assoluto

di Crocetta de Marco ©

Avevo bisogno di andare a Messina, con una sosta a Catania di un giorno e poi ritornare ad Agrigento in treno. Volevamo vivere la nostra autonomia non dipendendo dalla strada, con un viaggio in macchina stancante, non usare pullman, perché ti obbliga a un lungo viaggio senza una sosta per sgranchirti le gambe, volevamo lasciare liberi i figli che si propongono sempre di accompagnarci, gridando ai quattro venti la nostra piena abilità nel saperci muovere per treni e stazioni… treni e stazioni del Nord, ci ricordavano i figli!

Noi, che nel nostro lungo soggiorno a Milano, amavamo viaggiare indifferentemente con macchina per autostrade, erano nostre la Milano-Serravalle, per le due ore anche con neve per raggiungere Genova e il suo porto, la Milano Tangenziale Est per Venezia, per ritrovarci tutti a Sotto il Monte, in pellegrinaggio alla Casa natale del Papa Buono, Giovanni XXIII, e ancora la Milano- Firenze passando per Bologna e poi gli Appennini. Il tutto molto agevolmente, con soste in Autogrill e stazioni di servizio accoglienti e ricche di ogni oggetto e articoli che volevi portare con te.

Erano nostre queste strade e autostrade, e noi orgogliosi di farle per gite, o visite ai figli, e loro fieri di avere genitori così giovani e capaci di una vita diversa, per nuove abitudini acquisite al Nord. Eravamo lieti di fare i nostri viaggi anche in treno; ma che treni ricordiamo, bisogna averci vissuto al Nord per sapere come si vive qualitativamente bene! Dai treni Frecciarossa all’Eurostar, per finire a quello di ultima generazione ad alta velocità, l’Italo, che scommette sul tempo, e ti fa arrivare in mezz’ora da Milano a Bologna.

Entusiasmante esperienza di conoscenza diretta del progresso che ha toccato le Ferrovie dello Stato, o quei privati che investono in mezzi di trasporto per rendere più agevole la vita degli utenti. Esperienza certamente unica e utile per la vita, se ti porta, poi, a fare confronti con i 40 anni che, nella tua bella Sicilia, sono passati invano. È stata una conquista dei nostri anni Settanta la costruzione dell’autostrada Catania-Messina e poi la Messina-Palermo, che ci permise di raggiungere la città di Messina senza dover prendere il treno.

Siamo rimasti, quindi, al ricordo di un treno che impiegava sette ore per portarci da Messina ad Agrigento, si fermava in stazioncine e si arrivava a destinazione talmente stanchi d’avere l’impressione di averla fatta a piedi. E ora, è possibile che sia ancora così?

Possibile che, per tornare da Catania verso Agrigento si debba fare un lungo percorso di una durata di 5 ore di viaggio, con cambio a Caltanissetta? Oppure, un’altra opzione sarebbe la Catania-Palermo- Agrigento per la durata di 7 ore? Ma non è un vanto per nessuno in Italia, né lo è per il Governo Nazionale la differenza della qualità della vita tra il Nord e il Sud, tantomeno lo è per il Governo Regionale che dovrebbe vergognarsi di tenere in una situazione di degrado i cittadini, non offrire i servizi giusti, tutti quelli che hanno al Nord, e fare i comodi loro, ogni giorno in una sorta di gara a chi frega di più i poveri illusi loro elettori, e a chi guadagna meglio.

Oggi si è parlato di Ferrovie dello Stato che passano ai privati, ho pensato di avere un filo teso con l’economia nazionale, di avere avuto una forza mentale capace di evocare ciò che è diventato in questi giorni un pensiero dominante: dobbiamo aiutare il cambiamento, lo sviluppo della nostra Sicilia, non è giusto dire che qua le cose non cambieranno mai, vado via e lascio tutto in mano ai soliti predoni! Iniziamo dalle Ferrovie, rivolgiamoci a chi può aiutare il miglioramento della rete ferroviaria in Sicilia, e sia capace di portarla ai livelli dell’altra Italia, quella settentrionale, vogliamo tutti godere una vita qualitativamente buona senza essere costretti ad un’emigrazione forzata, come alla fine è la vita di chi da casa sua va in una città del Nord.

Chissà che non lo facciano i privati a cui stanno consegnando un servizio che è già diventato scadente per lo Stato? Io ho iniziato a denunciare questo ulteriore degrado esistente nella nostra Regione. Ma una sola voce, è una voce che grida nel deserto. Bisogna scuotere le masse, fomentare i cittadini per un diritto a migliori servizi, essere da traino, e qui mi rivolgo ai giovani, perché sia da tutti percepito il degrado in cui lasciano vivere i siciliani. Non si può essere rassegnati!

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torredienna.it

La verità sulla Torre ottagonale di Enna

 

2 thoughts on “Quando il Nord non è il Sud

  1. Eppure il corridoio Berlino Palermo era cosa fatta. Ed ecco che, a stracoddu, sbùmmica un Napolitano “geniale” che nomina un “ altrettanto geniale” Monti che cancella il ponte e storna i fondi di quell’opera già appaltata verso nordici trafori e retroporti liguri e progetti di linee tav Napoli Bari. Impedendo, di fatto, la realizzazione di tav in Sicilia e Calabria. “Chissà che non lo facciano i privati”, dici. Ma i treni veloci non sono scomponibili e non sono traghettabili, epperciò che convenienza potranno mai avere, i privati, a investire sulla tav sicula. E non sarà per questa evidente certezza, cheqquindi le ferrovie investiranno il 98% abbondante al nord, e solo l’unovirgola al sud? Un andazzo, questo, che, preso atto che l’Italia e l’Europa tutta stanno strategicamente dotandosi di linee tav, si chiede quali prospettive di progresso e di sviluppo potranno mai avere due regioni prive di tav in una Europa tutta tavata. Ed ecco che allora continuano a crocifiggerci all’eterna condanna e relegarci al ruolo di eterno sottosviluppo e retroguardia, decidendo che il nord avrà i frecciarossa e gli italo, mentre, “come è buono lei”, gratificherà la stupefacente oscenità del nostro binario unico con i treni dal nord dismessi. E non sarà allora, il ponte, l’unica, e forse ultima, possibilità di promuovere quello sviluppo e quel progresso che da 150 anni ci viene negato? Senza infrastrutture non può esserci sviluppo, e lo sa bene, quel nord che realizza grandi opere a tinchitè. Opere ridondanti persino, come la inutile brebemi o quella variante di valico che spende 7,5 miliardi per risparmiare nientepopodimenochè una quindicina di minuti. Scuotere le masse e fomentare i cittadini sarà quindi di primaria importanza, a patto che quello scuotimento e quel fomento siano rivolti anche a reclamare la realizzazione di infrastrutture e grandi opere che al nord rappresentano la normalità. Con, in testa, la madre di tutte le infrastrutture. Quell’opera di tale portata e tali potenzialità da poter riuscire là, dove intere generazioni di insulsi politici hanno miseramente fallito: Sua Maestà Il Ponte.

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