AstraZeneca. Aumentano i SUSAR nel mondo

AstraZeneca. Aumentano i SUSAR nel mondo

AstraZeneca
I casi di SUSAR si moltiplicano nel mondo

Salvatore Corrao, primario di un reparto Covid a Palermo: Dareste ai vostri figli o parenti un farmaco efficace fra il 20 e l’80%” e la cui sicurezza è stata testata per 6 settimane invece che per almeno un anno?
di Angelo Severino ©
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⇒ Nel novembre 2020 la sperimentazione del vaccino AstraZeneca fu sospesa perché si erano verificati dei casi di SUSAR (Reazione avversa grave inattesa sospetta).

“La reazione avversa grave inattesa sospetta” è il termine usato per riferirsi a un evento avverso che si verifica in un soggetto di uno studio clinico, valutato come inatteso, grave e avente una ragionevole possibilità di una relazione causale con il farmaco in studio. Le segnalazioni di queste reazioni sono soggette a rapida comunicazione alle autorità sanitarie.

Nell’Unione Europea, un SUSAR è definito tale se corrisponde ad almeno uno dei seguenti casi gravi: provoca la morte o mette in pericolo la vita, richiede il ricovero in ospedale o il prolungamento di un ricovero esistente, provoca disabilità o incapacità persistente o significativa, causa un’anomalia o difetto congenito. Le responsabilità e i requisiti relativi ai rapporti SUSAR sono determinati dalla direttiva 2001/20/CE.

⇒ Il 12 marzo 2021, è balzato alle cronache come col vaccino dell’AstraZenica i casi di SUSAR si stanno moltiplicando non solo in Italia ma in tutto il mondo.

Il 29 novembre il professore Salvatore Corrao (componente del Comitato Tecnico Scentifico siciliano e primario di un reparto Covid a Palermo) e il giornalista siciliano Pietro Galluccio pubblicarono uno studio sui vaccini anti covid-19.

La questione sollevata dal prof. Corrao era: “Dareste ai vostri figli o parenti un farmaco efficace fra il 20 e l’80%” e la cui sicurezza è stata testata per 6 settimane invece che per almeno un anno”?

La ricerca tuttavia non è da considerarsi né no-vax né complottista ma un invito a tutti, dai semplici cittadini ai governanti chiamati a fare scelte difficili e delicate, ad adottare le necessarie cautele perché le giuste speranze riposte nei vaccini non si rivelino dannose per la salute dei cittadini nel medio-lungo periodo.

⇒ Per quanto riguarda AstraZeneca, essa dichiarò un primo completamento al 22 dicembre 2020 su 40.051 volontari. Ma già il 23 novembre aveva annunciato con un comunicato stampa che il proprio vaccino avrebbe raggiunto il 90% dell’efficacia. Da notare che nel comunicato stampa non era indicato su quanti volontari sia già stato testato il vaccino e che l’efficacia era stata rilevata “14 giorni dopo la somministrazione” e, soprattutto, che l’efficacia del 90% era stata raggiunta su un bacino di volontari cui era stata somministrata mezza dose di vaccino, mentre per quelli cui era stato somministrato il vaccino correttamente, l’efficacia era del 70%.

Secondo quanto riportato dal New York Times e dall’Agenzia Reuters, per altro, il risultato migliore sarebbe stato raggiunto in un gruppo di volontari cui “per errore” è stata data una dose sbagliata del vaccino e per di più di età inferiore ai 55 anni, quindi nella fascia di popolazione che è già considerata a minor rischio.

⇒ Pubblichiamo il PDF originale per chi volesse approfondire lo studio del prof. Salvatore Corrao e del giornalista Pietro Galluccio:

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