Il fenomeno immigrazione

Il fenomeno immigrazione

Emergenza immigrazione.
L’Italia delegata al salvataggio
e all’accoglienza dei profughi.

di Valentino D’Arrigo

Il fenomeno immigrazione è iniziato silenziosamente negli anni ’70, è cresciuto con diverse ondate immigratorie sviluppandosi esponenzialmente negli anni ’90 (brasiliani, marocchini, mauriziani, indiani, colombiani, rom, cinesi, senegalesi, rumeni, albanesi, ucraini). Solo dopo il 2000 il fenomeno è stato palesato dalle testate giornalistiche per l’insostenibilità degli eventi drammatici occorsi e per le problematiche logistico-sociali che si sono generate con l’accoglienza di tutti i disperati arrivati dal mare.

Ogni giorno giungono in Italia migliaia di immigrati attraversando le frontiere del nostro paese con estrema facilità. Ci sono i molti che arrivano in Italia con regolari passaporti e poi rimangono secondo convenienza in barba alla scadenza del permesso di soggiorno. Ma di questo se ne parla poco perché si tratta di migranti che si inseriscono silenziosamente nella nostra società andando ad occupare i posti di lavoro “meno nobili” che gli Italiani, da tempo, hanno lasciato liberi.

Tale fenomeno ha generato molteplici effetti di cui il principale è quello economico: infatti questa gente, con il proprio lavoro, ha generato linfa vitale al nostro sistema produttivo calmierando il costo della mano d’opera non specializzata. Nel precedente periodo, per la logica economica della domanda e offerta, i datori di lavoro erano costretti a strapagare tutte quelle prestazioni d’opera disertate dagli Italiani. Questo fenomeno che in Italia non avveniva da duemila anni ha esorcizzato la nostra colpa atavica di “povero popolo emigrante”, acquisendo così pari dignità con i paesi più ricchi, gli stessi che fino a qualche decennio prima avevano ospitato i nostri connazionali in cerca di lavoro.

Ci sono poi chi arriva dal mare nella disperazione e nel dolore delle tragedie di cui ogni giorno il Mar Mediterraneo è attore e testimone. Il nostro Governo, in questi ultimi anni, ha migliorato l’accoglienza riservata a questa gente con la creazione di servizi di salvataggio e apposite strutture per l’ospitalità civile. Tanto è vero che i nuovi, ultimi, disperati a rischio della vita, scelgono il nostro Paese per l’atterraggio, arrivando sempre più numerosi su vere navi allestite da imprenditori nordafricani che ne hanno fatto un vero business.

Ma la storia non si ferma. Il nostro Paese dopo quaranta anni di crescita economica, oggi è in piena crisi con una conseguente larga disoccupazione tra giovani e tra le fasce più deboli della popolazione. La crisi, oramai dilagante, sta decimando in progressione tutti i posti di lavoro a tutti i livelli. Negli ultimi anni, secondo l’Istat, sono spariti dall’Italia circa 800.000 stranieri regolari e centinaia di migliaia di giovani italiani che, nel pieno rispetto delle tradizioni, hanno riavviato il processo di emigrazione verso i paesi più ricchi.

Tale nostra crisi economica non interessa affatto i migranti (provenienti dal mare), i quali “ci scelgono” per l’accoglienza e la vicinanza mentre per la sicurezza lavorativa scelgono i paesi europei più costruttivi del nostro. Così che la UE ci ha delegati (di fatto) al salvataggio, all’accoglienza, alla raccolta e al transito di questa povera gente, al fine di avvantaggiare altri paesi che se ne avvalgono in termini di forza produttiva (secondo la necessità). La società civile si è organizzata al meglio per trarre ogni vantaggio dalla presenza di tanta povera gente, ma fino ad oggi non si è mai organizzata per evitarne la drammatica morte in mare.

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