Madonna Valverde di Enna tra storia e leggenda

Madonna Valverde di Enna tra storia e leggenda

La Madonna di Valverde
fu patrona di Enna fino al 1412

La festa della Madonna di Valverde si celebra
l’ultima domenica di agosto.

di Angelo Severino ©
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Vi è a Enna un quartiere denominato “Bbeddrivìrdi”, ossia una valle piena di bel verde, e da qui Valverde. Partendo dal centro storico, vi si arriva attraverso antiche viuzze. Anticamente il posto si chiamava “u fuddratùri” perché abitato da artigiani che, nel fabbricare i “sidduna” (le selle) usavano questo particolare attrezzo (un’asticina di ferro arcuata e biforcuta) per pressare la paglia nel cuscino del “sidduni”.

In tutta Enna antica, e particolarmente nel quartiere di Valverde, era praticato il culto alla dea sicula Demétra o Cerere per i Romani. In Sicilia la religione pagana continuava a essere praticata molto intensamente anche con l’arrivo del cristianesimo. Intorno al 300 d.C. arrivò a Enna San Pancrazio per predicare l’Evangelo e cercare di convincere la popolazione ad abbandonare gli idoli per adorare il Dio.

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A quel tempo l’Isola, e particolarmente nelle sue zone interne, stava attraversando un brutto periodo di carestia per la mancanza di piogge. Per uscire da questa situazione i sacerdoti di Demétra avevano organizzato un rituale sacro alla dea in cui si prevedeva il sacrificio di alcune ragazzine vergini.

L’obiettivo sacerdotale però fallì perché, mentre si cercavano le verginelle da sacrificare, San Pancrazio invitò gli Ennesi a rivolgersi alla cristiana Madonna che, in un certo senso, era considerata “rivale” della pagana Demétra. In quel lontano fine d’agosto, intere famiglie si riunirono nello spiazzo in cui doveva compiersi il martirio e, guidati dal predicatore cristiano, cominciarono a pregare la Vergine Maria Santissima.

Non passò molto e su Enna arrivò un’abbondante e miracolosa pioggia che diede vita ai campi assetati e aridi. La popolazione aveva accettato il consiglio di San Pancrazio che li invitava a «Non uccidete “li virginéddra” ma rivolgetevi alla Madonna e pregatela affinché vi mandi la pioggia». Lì, in quel posto, proprio dove le verginelle sarebbero state sacrificate, fu fabbricata la chiesa di Valverde.

 

L’usanza vuole che, durante la festa alla Madonna di Valverde, i fedeli per tre giorni invitano a pranzo quelle fanciulle, li virginèddra, che, l’ultima domenica di agosto, seguiranno, vestite di bianco e cinte con nastri di vario colore, il simulacro della Santa portata solennemente in processione per le vie di Enna. La statua della Madonna di Valverde è sostenuta da confrati a piedi scalzi e segue quelle di San Giuseppe e di San Michele Arcangelo.

La Madonna di Valverde fu patrona della città di Enna fino al 1412, anno in cui arrivò in città la statua di Maria SS. della Visitazione e collocata nel Duomo. Per la cronaca, ricordiamo che nella notte dell’ultima domenica di agosto del 1854, a festeggiamenti conclusi, divampò all’interno della chiesa un incendio che distrusse completamente tutto ciò che in essa si trovava. Rimase miracolosamente intatta la statua della Madonna di Valverde, tranne il suo manto in stoffa che poi fu realizzato in oro zecchino.

Da non dimenticare che, durante i bombardamenti del 15 luglio 1943, alle ore 11 del mattino, la chiesa fu completamente rasa al suolo. Anche questa volta, però la statua della Madonna di Valverde si salvò. Fu danneggiato soltanto il braccio destra del Bambino Gesù. La statua inizialmente fu portata nella chiesa di Sant’Agostino e poi sistemata provvisoriamente nella chiesa di Santa Chiara. Il santuario fu ricostruito cinque anni dopo e nell’ultima domenica di agosto del 1948 la statua fu riportata a Valverde.

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