Carrangiara. Alla riscoperta dell’antico feudo siciliano

Carrangiara. Alla riscoperta dell’antico feudo siciliano

Le “stanze” di Carrangiara

Carrangiara.
Pagine di storia in un baglio nobiliare del centro dellIsola

Redazione de L’Ora Siciliana ©
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L’ex feudo di Carrangiara raccontato in un libro dalla prof.ssa Emilia Rosso di Cerami. Sono pagine di storia di una Sicilia antica racchiusa in un baglio nobiliare dell’entroterra siciliano. Il feudo si trova a circa otto chilometri da Pergusa, sulla statale 117 bis. Il territorio di Carrangiara fu abitato già in epoca antecedente alla colonizzazione greca, ma le prime notizie storiche documentate risalgono alla fine del tredicesimo secolo e al 1320, a quando il re concesse il possesso del feudo a Manfredi Chiaramonte.

Oggi la proprietà appartiene ai discendenti dei baroni Rosso di Cerami ed è proprio Emila che ha voluto descrivere nel suo libro l’interessante storia del feudo di Carrangiara e della nobiltà che, man mano, nei secoli, ne hanno avuto il possesso.

Il libro di Emilia Rosso di Cerami s’intitola “Le stanze di Carrangiara” e la scorsa domenica 20 gennaio è stato presentato dal figlio Davide nell’antico locale dove un tempo si trovava la chiesa del feudo. Dopo aver illustrato i vari argomenti trattati nel libro, l’autrice ha accompagnato i presenti a far vedere le antiche stanze feudali dove, durante i recenti lavori di ristrutturazione, sono stati rinvenute diverse incisioni murarie risalenti al XVI secolo. Scolpiti sulla pietra sono chiaramente visibili, tra l’altro, una coppia di cervi e dei volatili dal corto pennacchio.

Durante i restauri, all’interno di una fessura del muro, fu anche ritrovata, corrosa dal tempo e arrotolata, una lettera spedita nel 1909 da Philadelphia da un giovane siciliano e che qualcuno volle nasconderla lì.

Comunque, il libro su Carrangiara non è un libro che vuole parlare soltanto di una famiglia nobiliare fra le più antiche di Sicilia. È anche una testimonianza di un lungo percorso storico che ha interessato l’intera Isola.

La prof.ssa Emilia Rosso di Cerami, a termine della presentazione del suo libro, ci ha gentilmente concesso questa intervista che pubblichiamo in audio. Qui sotto Emilia Rosso di Cerami con Angelo Severino (foto di Giuseppe Arangio).

Carrangiana - Emilia Rosso di Cerami e Angelo Severino che l'ha intervistata

 

«Questo è un luogo – a parlare è Emilia Rosso di Cerami – dove è passata la vera storia della Sicilia, una Sicilia diversa da quella che, purtroppo, è oggi. Fin dal Trecento, in questo feudo, fra le mura di questo antico caseggiato, è stata vissuta l’autentica storia di una Sicilia orgogliosa, bella e dal fascino misterioso. Il mio bisnonno diceva che senza cultura non c’è niente e che condividerla è importante. Ed è per questo che io voglio condividere la storia di Carrangiara con i miei lettori per rivivere con loro la Sicilia che fu».

«Oggi noi possiamo rivedere, come in un film, tutte quelle persone che qui hanno vissuto, perché la storia – continua emozionata l’autrice del libro – è come una catena preziosa che esce dallo scrigno del tempo e, anello dopo anello, ci consegna, se la raccogliamo, forse il vero senso della vita».

Questo, insomma, è un libro che, ricordando fedelmente ciò che è accaduto a Carrangiara, ci spinge oggi, come Siciliani, a vivere con passione il presente, orgogliosi del nostro passato storico.

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Una nota a margine di quest’articolo:

Il bisnonno di Emilia, il quale diceva “che senza cultura non c’è niente e che condividerla è importante” è Carlo III Rosso di Cerami. Egli era un uomo molto colto, esperto d’arte e, com’è scritto nel libro su Carrangiara, il barone «seppe vivere con onestà, saggezza, coraggio e fermezza; non cedette mai alla tentazione di vendere per ottenere effimeri miglioramenti; fu sempre tenuto in alta considerazione sia da tutti i suoi dipendenti che dalla società ennese».

Nel libro “La verità sulla Torre ottagonale di Enna” (pag. 78), Angelo Severino ricorda Carlo III Rosso di Cerami per aver costruito parte della sua tomba all’interno della “vera Torre di Federico”, una torretta di guardia costruita nel 1300 dal re di Sicilia Federico III a confine del suo castello nuovo. Il barone di Cerami, uomo molto istruito anche nella storia dell’arte siciliana, sapeva benissimo che quella struttura era la Torre di Federico e che la Torre Ottagonale, invece, è un antico osservatorio astronomico-geodetico.

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torredienna.it

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